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Servizi di anestesiologia Catania

Per il trattamento del dolore da travaglio e parto: il cosiddetto parto indolore. È universalmente riconosciuta come la tecnica elettiva, più sicura ed efficace, per abolire il dolore per tutta la durata del travaglio e del parto e può essere prolungata, secondo le necessità, anche nel post-partum.

Partorire senza dolore. Perchè.

II dolore nel travaglio e nel parto non più essere considerato al giorno d’oggi il pesante fardello che la donna deve inevitabilmente portare al momento della nascita del suo bambino. È stato ampiamente dimostrato come il dolore, motivo di ansia e di tensione, provochi l’immissione in circolo di alcune sostanze come adrenalina e corticosteroidi che, nel caso del travaglio e del parto, possono alterare il metabolismo materno e di conseguenza quello fetale, interferendo, in oltre, sulla contrattilità uterina, potendo causare così una riduzione del flusso sanguigno e degli scambi placento-fetali. A tutto ciò consegue una sensibile diminuzione dell’ossigenazione fetale con modificazioni biochimiche sfavorevoli nel nascituro.
Molte donne, preparate mediante appositi corsi (noi li organizziamo dal 1972), riescono a controllare l’ansia, la paura e la percezione del dolore e dello stress da parto, riducendone notevolmente gli effetti negativi, senza pero poterli annullare completamente.
Una corretta analgesia non serve dunque solamente a limitare il dolore, riducendo la fatica della futura mamma e consentendole una maggiore serenità nel momento della nascita del suo bambino, ma, eliminando gli effetti negativi del dolore stesso, migliora sensibilmente le condizioni fetali.

Quale tipo di analgesia

L’analgesia epidurale è ormai universalmente riconosciuta come la tecnica elettiva, più sicura ed efficace, per ridurre il dolore che così diventa più sopportabile per tutta la durata del travaglio e del parto.
Essa determina in 10-15 minuti una notevole riduzione del dolore dovuto alle contrazioni, lasciando la sensibilità cutanea, i movimenti, ma soprattutto la sensazione della contrazione uterina, che continua ad essere percepita, ma non come dolorosa, e non viene alterata la capacità di spinta dei muscoli addominali. La partoriente collabora e partecipa, sia fisicamente che emotivamente, all’evento della nascita.

Come e quando viene praticata

L’analgesia comincia a travaglio ben avviato e viene modulata secondo le necessità del caso, in collaborazione con il ginecologo; può essere prolungata non solo per il periodo del travaglio e del parto, ma anche per il post-partum.
La miscela analgesica viene somministrata attraverso un tubicino in materiale plastico (un sottile catetere), posizionato nella schiena, in una regione limitrofa ai nervi che trasmettono il dolore (spazio epidurale).
L’epidurale non corrisponde, come spesso erroneamente creduto, alla puntura lombare, ma È DIFFERENTE, ha un notevole margine di sicurezza e, escluso casi eccezionali, non è pericolosa né per la madre né per il nascituro, ed anzi contribuisce ad aumentare la perfusione placentare ed il benessere fetale.

Indicazioni

Il parto indolore tramite l’analgesia epidurale è particolarmente consigliato nelle seguenti situazioni:

  • TUTTE LE VOLTE CHE LA DONNA DESIDERI PARTORIRE SENZA DOLORE IN MODO NATURALE,
  • NEL TRAVAGLIO INDOTTO,
  • NEL TRAVAGLIO COMPLICATO: usando to stesso cateterino, si possono rapidamente raggiungere condizioni analgesiche tali da poter eseguire un intervento di parto cesareo.
  • IN CONDIZIONI PARTICOLARI DI RISCHIO FETALE: quali prematurità, deficit di crescita, parto gemellare.
  • PER MALATTIE MATERNE: quali diabete, ipertensione, gestosi, malattie respiratorie (asma, enfisema),
  • alcune malattie cardiovascolari, grave miopia, progresso distacco di retina.
  • IN TUTTE LE SITUAZIONI OVE È UTILE RIDURRE AL MINIMO LO STRESS MATERNO FETALE.

Controindicazioni

Non è opportuno eseguire l’analgesia epidurale in presenza di malattie emorragiche, in pazienti sottoposte a terapia anticoagulanti, in caso di infezioni generalizzate o localizzate alla schiena, di malattie neurologiche, interventi chirurgici alla colonna vertebrale, ovvero qualora esistano condizioni ostetriche che lo sconsiglino.

Effetti collaterali

Si può affermare che l’anestesia epidurale ben condotta e esente da effetti collaterali spiacevoli. Qualche volta, durante il travaglio, può presentarsi un prurito, generalmente di breve durata. In rarissimi casi può residuare mal di testa che compare tipicamente dopo 24 ore dal parto e che peggiora stando in piedi. Ha carattere benigno e si risolve spontaneamente nel 99% dei casi in 4/5 giorni con paracetamolo e antinfiammatori; può ritardare la dimissione di 2/3 giorni; nella nostra esperienza questo avviene in meno dell’1% dei casi.

La durata del periodo espulsivo può essere più lunga, ma in genere compensata da una riduzione del periodo dilatante. Talvolta si rende necessario l’inserimento di un catetere vescicale per la riduzione dello stimolo ad urinare. Dopo il parto la donna può lamentare una dolenzia alla schiena, ma tale disturbo non è quasi mai imputabile all’analgesia epidurale, bensì alla dinamica del parto, ed infatti si ritrova, con la stessa frequenza, in donne che hanno partorito senza alcuna analgesia. Alcune casistiche riportano un’incidenza più elevata d’utilizzo di ventosa ostetrica nel periodo espulsivo in trattamento con epidurale.

Effetti collaterali e potenziali complicanze

Frequenza

Ipotensione arteriosa

10-40/100

Rialzo termico transitorio >38°C

7-36/100

Dolore alla schiena (lombalgia) della durata di alcuni giorni

13/100

Vomito e nausea transitori

5/100

Insufficiente o non adeguato controllo del dolore

1-3/100

Cefalea post puntura durale

0,2-2/100

Lesioni neurologiche periferiche transitorie

1/5.000

Rapido assorbimento dell’anestetico locale che potrebbe produrre convulsioni e coma

0,06/10.000

Anestesia spinale totale con arresto respiratorio e cardiaco; richiede rianimazione d’urgenza

0,06/10.000

Infezione (meningite) e ascesso spinale che potrebbe richiedere trattamento chirurgico

1/145.000

Coagulo di sangue (ematoma) midollare che potrebbe richiedere trattamento chirurgico

1/180.000

Lesioni neurologiche periferiche persistenti

1/250.000

Conclusioni

Partorire con l’epidurale, non equivale, come erroneamente creduto, a partorire in modo non naturale.
Viene infatti ridotto solamente il dolore con gli effetti negativi che esso comporta, lasciando inalterata la sensibilità, lo stimolo e la forza di spingere.
Trascorrere serenamente le ore del travaglio accanto al marito e ai propri cari, in piena coscienza e liberi dal dolore, permette di affrontare il parto nelle migliori condizioni psico-fisiche, vivendo pienamente questa esperienza.
Il benessere della madre si trasmette anche al piccolo che sta per nascere. Infatti, come ormai ampiamente dimostrato in letteratura, le condizioni dei neonati sono migliori, con una minore incidenza di complicazioni nel periodo perinatale (specie in caso di immaturità o deficit di crescita).
La presenza, infine, di un’anestesista rianimatore in sala parto, che collabora con il ginecologo, aumenta notevolmente la sicurezza sia della madre che del piccolo, contribuendo ad affrontare il parto con più serenità.

Parto cesareo

L’anestesia epidurale trova ottima indicazione anche per interventi di parto cesareo. Trattandosi di un’anestesia di tipo loco regionale comporta un minore impegno delle funzioni vitali dell’organismo, con minor rischio anestesiologico per il nascituro. Le condizioni dei neonati alla nascita sono migliori se confrontate con quelle dei nati in anestesia generale. La neoamma partecipa all’evento, vede subito il suo bambino, vivendo attivamente l’esperienza, instaura un rapporto con il suo piccolo, come avviene nel parto spontaneo. Il periodo post operatorio e più piacevole, in quanto e possibile controllare efficacemente il dolore senza compromettere la vita di relazione della mamma e senza interferire sull’allattamento. Tutte le funzioni organiche, grazie alla riduzione dello stress, riprendono rapidamente (per esempio la canalizzazione). L’anestesia epidurale non implica di dover assistere all’intervento chirurgico, o di ascoltare necessariamente i rumori della sala operatoria. Un telo viene interposto fra la partoriente ed il campo operatorio in modo da non poter assolutamente vedere le procedure chirurgiche e si può essere isolati dai rumori esterni ascoltando della musica con una cuffia. Talvolta può essere somministrato un sedativo, che induce una lieve sonnolenza e permette ai soggetti pia ansiosi di trascorrere serenamente la seconda fase del cesareo senza perdere i benefici dell’epidurale.

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