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Eco morfologica Catania
Consente di studiare dettagliatamente l’anatomia fetale nel periodo più adatto, fra 19 e 21 settimane, perché è il periodo in cui il feto è esplorabile al meglio ed inoltre il riscontro di eventuali anomalie fetali consente alla coppia di scegliere se proseguire od interrompere la gravidanza; interruzione che in Italia non è consentita, per legge, dopo il 180° gg di gestazione.
Ecografia di screening del II° trimestre
Necessita di un ecografo di altissima qualità, fornito inoltre di un “doppler pulsato”, un “ecocolor doppler” ed un “power doppler”, oltre che di operatori molto esperti. Analizza, organo dopo organo, tutta l’anatomia fetale esplorabile in utero, con risposte ad una serie di quesiti (check) che vengono posti da un collaboratore all’operatore. La refertazione è chiara e dettagliata. Il “rischio generico della popolazione generale” di avere un bambino affetto è circa il 2-3% Questo è il motivo per cui tutte le donne vengono sottoposte in gravidanza ad esami ecografici di screening il cui scopo è quello di individuare, in una popolazione di feti apparentemente sani, quelli che sono a rischio di malformazione fetale al fine di offrire ad essi un percorso diagnostico idoneo. Inoltre otteniamo la misura di alcune parti del corpo del feto ed i valori di tali misure vengono confrontati con quelli delle curve di riferimento per valutare se le dimensioni corrispondono a quelle attese per l’epoca di gravidanza. Nello stesso esame si visualizzano la sede di inserzione placentare, la quantità di liquido amniotico e la struttura dei principali organi e distretti anatomici del feto. Dall’analisi dei dati italiani disponibili emerge che solo il 32% delle anomalie congenite viene identificato in epoca prenatale nel II e III trimestre. Pertanto, per i limiti intrinseci della metodica, è possibile che alcune anomalie fetali, anche gravi, non vengano identificate in epoca prenatale. La possibilità di individuare una anomalia non dipende necessariamente dalla gravità del difetto ma dalle sue dimensioni e dalla più o meno evidente alterazione dell’immagine ecografica che ne risulta. L’accuratezza dello studio ecografico nella individuazione delle anomalie fetali può essere limitata dalla sfavorevole posizione del feto in utero, dalla ridotta quantità di liquido amniotico e dalla presenza di altri fattori quali cicatrici addominali, gemellarità, nodi di mioma e scarsa penetrazione degli ultrasuoni attraverso la parete addominale materna (condizione frequente nelle gestanti obese). Inoltre, un gruppo di malformazioni a carico di ciascun distretto anatomico del feto (cosiddette evolutive) può comparire solo in epoca di gravidanza avanzata o addirittura dopo il parto e non essere perciò rilevabile nel corso dell’esame ecografico di screening effettuato nel II trimestre. Per tutti questi motivi, anche se un esame ecografico di screening del feto nel II trimestre si conclude con un esito normale (evenienza che si verifica nella maggior parte dei casi) non è possibile essere del tutto certi che in quel neonato non saranno presenti malformazioni congenite.
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